Un esercizio serale, molto semplice, da fare per ottenere mezz’ora di sonno in più: la ricetta scientifica per notti rigeneranti.
Un nuovo studio neozelandese afferma l’importanza di effettuare un esercizio prima di andare a dormire, in modo da avere un sonno riposante e rigenerante e godere di mezz’ora extra da passare nelle braccia di Morfeo. Scopriamo, dunque, insieme di cosa si tratta.
L’esercizio da fare prima di andare a dormire, per un sonno riposante e rigenerante
I ricercatori dell’Università di Otago, in Nuova Zelanda, hanno arruolato 28 giovani volontari — per lo più donne, con età media di 25 anni — per misurare l’impatto che hanno alcuni semplici esercizi serali sulla qualità del sonno.
In un laboratorio i partecipanti hanno trascorso quattro ore seduti davanti allo schermo; in un secondo test, immerso nello stesso scenario, hanno interrotto quella sedentarietà con tre minuti di squat e sollevamenti dei talloni ogni mezz’ora.

I dati, pubblicati sul British Medical Journal Sport & Exercise Medicine, ci mostrano che la notte seguente, il gruppo “attivo” ha dormito in media 27 minuti in più, portando la durata complessiva del riposo a sette ore e dodici minuti contro le sei ore e quarantacinque del gruppo sedentario.
Un risultato che conferma come anche un’attività minima — purché regolare — possa agire da catalizzatore per la melatonina senza alzare troppo cortisolo ed adrenalina, gli ormoni nemici dell’addormentamento.
Perché la bassa intensità funziona
Fino a oggi, gli esperti hanno sconsigliato allenamenti intensi in fascia serale, temendo l’aumento di temperatura corporea e della frequenza cardiaca che ritarda l’ora X del sonno.
Lo studio neozelandese, dunque, sostiene, dunque, che coinvolgere i grandi gruppi muscolari con movimenti lenti ma costanti sia sufficiente a spezzare la “modalità ufficio” che prosegue anche sul divano, senza innescare quello shock metabolico tipico di una corsa e/o di una lezione di spinning.
L’efficienza del sonno — che emerge dal rapporto tra il tempo passato a letto e quello realmente utilizzato per dormire — è rimasta stabile, segno che le micro-pause di esercizio non hanno disturbato la fase di recupero notturno.
Gli studiosi ipotizzano, inoltre, che risultati simili si possano ottenere con una passeggiata in corridoio, qualche passo di danza in salotto e/o una sessione soft di yoga.